Autore: N. Kovaleva
Luogo: Novozybkov
Data: 04.2006
Fonte: «Majak» (Novozybkov)
Tramite: Centro informazioni su Cernobyl «Radimici» e il liquidatore V.G. Kopejkin
Traduzione: S.F.
Автор: Н. Ковалёва
Место: Новозыбков
Дата: 04.2006 г.
Источник: «Маяк» (Новозыбков)
Через: Информационный чернобыльский центр «Радимичи» и ликвидатор В.Г. Копейкин
Перевод: С.Ф.
È PRESTO PER CONSEGNARE CERNOBYL ALL’OBLIO
Spettabile redazione!
Nel
n. 9 del 1° marzo 2006 è stata pubblicata l’intervista al candidato in scienze economiche
I.L. Abalkina. Questa pubblicazione ha suscitato nella nostra famiglia
un’accesa discussione.
La
signora Abalkina sostiene che «l’incidente ha avuto molti più effetti per le
sue conseguenze sociali che non per quelle sulla salute delle persone che
vivono nella zona contaminata». Lei ragiona come un politico. Per un uomo
politico è evidente che le conseguenze sociali sono molto più importanti.
Tuttavia, se la signora Abalkina vivesse nella nostra città, se lei e i suoi
figli avessero tutta una serie di sei o sette malattie croniche, allora sarebbe
interessante sapere cosa sia più importante per lei.
Lei
fa riferimento solamente alle patologie della tiroide e non dice una parola
sulle malattie dei sistemi cardio-vascolare e respiratorio e su quelle
oncologiche. Non ci sono da noi?
Solo
a leggere il titolo diventa subito chiaro che quest’articolo non promette
niente di buono. Cernobyl diventa storia e, leggilo tra le righe, pure gli
indennizzi diventano storia. Ne avete usufruito, ora basta. Ma facciamo un po’
di conti.
Io
e mio marito abbiamo 33 anni. Di conseguenza quando successe l’incidente ne
avevamo 13. Insieme a tutti gli altri scolari noi marciavamo alla parata del
Primo maggio sotto gli ardenti raggi radioattivi. Il nostro organismo infantile
stava entrando nella fase dello sviluppo sessuale, della neoformazione di tutti
gli organi e i sistemi. I nostri genitori invece erano oltre i 30. Il loro
organismo era già formato. Ma loro per tutti questi anni hanno potuto usufruire
di tutti gli indennizzi, compresa la pensione. Il padre di mio marito a 55 anni
è andato in pensione e da quattro anni si trova a godersi il meritato riposo. A
noi invece ci aspetta la normale pensione d’anzianità come in tutta la Russia. Ma ci arriveremo poi
vivi a questa pensione?
Io
e mia mamma abbiamo le stesse identiche malattie, ci sentiamo male allo stesso
modo, nonostante la differenza di età sia di più di vent’anni. Più di tutti le
conseguenze di Cernobyl le subisce proprio la nostra generazione.
Come
potrà mai a due persone malate nascere un bambino sano? Nostro figlio ha 12 anni,
ma la sua cartella ambulatoriale del policlinico pediatrico ha già uno spessore
di più di 5 centimetri.
Certamente,
il museo di Cernobyl è una cosa molto importante. Ma è forse possibile che il
museo sia più importante delle persone? Non sarebbe meglio indirizzare la
propria frenetica attività a prendersi cura delle persone piuttosto che a
conservare la memoria di «quel sistema politico-sociale»?
Ne
risulta che io mi stia lamentando. Tuttavia in città circolano con insistenza
voci sul fatto che il 2006 sia l’ultimo anno di validità degli indennizzi
“cernobyliani”. E da nessuna parte nei mass media queste voci non vengono
smentite, tanto che articoli di codesta fattura non fanno che accentuare il
malcontento degli abitanti di Novozybkov.
N. Kovalëva
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