martedì 27 novembre 2012

VENT'ANNI DOPO - ДВАДЦАТЬ ЛЕТ СПУСТЯ

Autori: Sergej Sizov, Nikolaj Požilenkov
Luogo: Novozybkov
Data: 04.2006
Fonte: «Majak»
Tramite: Centro informazioni su Cernobyl «Radimici»
Traduzione: S.F.

Авторы: Сергей Сизов, Николай Пожиленков
Место: Новозыбков
Дата: 04.2006
Источник: «Маяк»
Через: Информационный чернобыльский центр «Радимичи»
Перевод: С.Ф.

 
VENT'ANNI DOPO
 
Chi e come scoprì l’aumento del fondo radioattivo a Novozybkov vent’anni fa? Lo racconta Sergej Sizov, insegnante del college pedagogico.

Andò così. Il 28 aprile doveva tenersi la prova generale dei reparti dei giovani militari per la festa del 1° maggio. All’improvviso soffiò un forte vento da sud-ovest, il cielo si coprì di nubi minacciose, si mise a piovere a dirotto. Le prove le si dovettero rimandare. Alle 21.00, guardando alla televisione il programma Vremja, venni a sapere dell’incidente alla centrale nucleare di Cernobyl. Anche se in quel notiziario comunicarono che il livello delle radiazioni non superava la norma.

Per ironia della sorte il 29 aprile, durante la lezione di Addestramento militare di base, stavo giusto spiegando agli studenti come si utilizzassero gli strumenti per le ricognizioni radiochimiche. Lasciatogli tre dosimetri per la lezione di pratica, me ne uscii dall’aula, e quando tornai vidi le facce sconcertate degli studenti: tutti gli apparecchi indicavano un altissimo livello di radioattività.

Decidemmo allora di svolgere una lezione di pratica all’aperto. Nel cortile dell’istituto pedagogico i ragazzi effettuarono delle rilevazioni. I risultati erano impressionanti: sopra l’erba – 11 ml/roentgen all’ora, quasi mille volte più della norma, e nelle pozzanghere dopo la pioggia 45-60 ml/roentgen all’ora. Riferii dei risultati dell’indagine radiologica del territorio al direttore dell’istituto L.V. Vykočko, enunciandogli le mie supposizioni riguardo all’incidente alla centrale nucleare, misi al corrente A. Lozin, capo del settore propaganda e agitazione del comitato cittadino del PCUS, telefonai a I.P. Bondjuk, capo della Difesa civile cittadina.

Bondjuk non ci credette: «Stai scherzando! Non può essere. Ieri (lunedì 28 aprile) ci hanno convocati tutti in regione, i capi dei reparti di Difesa civile cittadini e provinciali, ma non ci hanno detto neanche una parola dell’incidente».

Bondjuk esigette che gli portassi gli apparecchi nel suo ufficio. Quando il direttore della Difesa civile ebbe constatato personalmente i valori dei dosimetri, mi venne ordinato di allestire nel territorio dell’istituto pedagogico una postazione di controllo chimico-radiologico e di riferire personalmente ogni ora al direttore della Difesa civile cittadina riguardo al livello delle radiazioni; poi giunse l’ordine di mandare dei dosimetristi in diversi punti della città a effettuare delle rilevazioni.

Il compito fu portato a termine in due ore. Sei allievi del club “Patriot”, lavorando a coppie (un logista e un dosimetrista), dopo 40 minuti presentarono un quadro completo della situazione: dove e quali livelli di contaminazione c’erano in città. La reazione di I.P. Bondjuk: «E perché tace lo stato maggiore regionale?».

«Chiami lei personalmente e dica loro quello di cui siamo in possesso» – gli proposi io.
Bondjuk mi fece subito notare: «Non ci crederanno, diranno che voglio diffondere il panico. Tieni la situazione sotto controllo. Se il livello aumenterà, allora inizieremo a fare casino».
Uscendo dall’ufficio di Bondjuk passai da Viktor Mel’nikov, allo stato maggiore provinciale della Difesa civile, e m’interessai della radioattività nel territorio della provincia. «Nessuna» – rispose Viktor. «Perché, cos’è successo?».

Tirai fuori l’apparecchio dosimetrico. Il livello di radiazioni nell’ufficio del direttore era di 1,2 ml/roentgen all’ora. Mel’nikov rimase di stucco: «Hai dello stronzio in tasca!». Quando Viktor comprese che non si trattava di uno scherzo, fu preso dal panico: «In questi giorni sono in corso i lavori di semina, con tutta la polvere che ci sarà nei campi, bisogna fare qualcosa con urgenza!».

All’istituto pedagogico riunirono di fretta e furia tutti i capigruppo, raccontarono dell’incidente che era avvenuto e diedero loro delle raccomandazioni: ermetizzare le finestre, non portare in locali e aule le scarpe usate all’esterno, non andare in giro per strada senza necessità. Nel cortile dell’istituto, nei punti del terreno più contaminati, vennero messi i cartelli “Contaminato” con l’indicazione del livello di radioattività.

Le giornate però erano belle, calde, gli studenti non si riusciva a tenerli, la maggior parte di loro non prendeva tanto sul serio le raccomandazioni. Allora non sapevamo ancora quanto iodio si dovesse prendere, tuttavia la sera nel pensionato raccomandarono a tutti di berne due-tre gocce in un bicchier d’acqua. Erano ben pochi a Novozybkov quelli che potevano spiegare con esattezza la differenza tra la contaminazione e l’inquinamento. In seguito lessi sulla Grande enciclopedia che, venendosi a trovare in un territorio contaminato da sedimenti di radionuclidi con un livello di 20 ml/roentgen all’ora, si possono subire dei processi irreversibili agli organi ematopoietici con conseguenti leucemie.

Il 29 aprile dopo pranzo in città passò il primo segretario regionale del PCUS Vojstročenko, di ritorno dalla consegna della Bandiera rossa itinerante a una delle aziende agricole delle provincia di Novozybkov per aver portato a termine in anticipo la semina. Per l’occasione al Comitato cittadino si tenne un banchetto d’accoglienza a cui presenziò anche I.P. Bondjuk, il quale, tra una cosa e l’altra, riuscì a parlare dell’anormale situazione radioattiva in città. Venne fuori che Vojstročenko non ne sapeva niente e se ne ripartì tutto sconvolto e indignato per Brjansk. A tarda sera di quello stesso giorno venni chiamato allo stato maggiore cittadino della Difesa civile. Bondjuk mi accolse dicendo: «Ecco, finalmente si sono dati una mossa. Siediti al telefono. Tu hai scoperto questa roba, tu ora rispondi alle chiamate, che ci stanno tartassando di domande!». E realmente la gente telefonava da Klincy, Počep, Mglin… Tutti chiedevano con quali apparecchi avessimo fatto le rilevazioni, dove avessimo preso le fonti d’alimentazione. E l’addetto responsabile dello stato maggiore della Difesa civile regionale si mise perfino a farmi un esame telefonico sul fatto se sapessi o meno usare un dosimetro.

All’incirca dopo un’ora, I.P. Bondjuk convocò a raccolta i capi dei servizi della Difesa civile. Il primo ad arrivare fu I.S. Kaplun, poi gli altri. Tutti chiedevano all’unisono: «Dove possiamo trovare l’alimentazione per gli apparecchi dosimetrici?». Perché, a quanto risultava, nei negozi non c’erano le batterie adatte. Allora, come si dice, “La necessità aguzza l’ingegno”, e io proposi di adattare delle comuni batterie per apparecchi portatili e in qualche modo le collegai ai dosimetri di alcune aziende.

Di notte io e Kaplun girammo in automobile tutta la città, misurammo le sabbiere negli asili, i territori intorno al panificio e al burrificio ecc. La sabbia accanto all’asilo n. 5 “brillava” – 15 ml/roentgen all’ora. Dissi al medico del servizio sanitario: «Non si deve fare uscire i bambini a giocare in cortile, date quest’ordine».

Iosif Semënovič diede la disposizione che i bambini non uscissero a giocare in cortile, sebbene non fosse convinto che al Comitato regionale del partito avrebbero approvato il fatto che lui da solo avesse preso tale decisione.

Nei primi giorni di maggio passai al Reparto cittadino per la salute, dal suo capo N.K. Starodubcev, e m’interessai: «Perché non vengono date disposizioni per la iodioterapia, perché agli abitanti non vengono distribuite confezioni individuali con iodato di potassio?». Al che Nikolaj Kuprijanovič rispose: «Con mio sommo rammarico, io non posso dare tale disposizione. Per una iodioterapia generale della popolazione serve un’ordinanza del ministro della Sanità dell’URSS».

In tutto il paese impazzavano con allegria le feste del 1° maggio. La piccola cittadina di Novozybkov era così lontana dal ministero della Sanità. E le decisioni d’importanza vitale per il popolo vengono prese nei ministeri solamente nei giorni feriali.

La tanto attesa ordinanza giunse nella nostra città soltanto dopo due settimane, quando lo iodio radioattivo aveva già completato la sua perniciosa azione (il periodo di dimezzamento dello iodio radioattivo è di otto giorni…).

Sergej Sizov, Nikolaj Požilenkov